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Missione

La Costituzione italiana garantisce il principio dell’uguaglianza di genere anche nel mondo del lavoro (articoli 3 e 51). Eppure ci sono voluti molti anni e una sentenza della Corte Costituzionale del 1960 per festeggiare l’ingresso delle prime donne in diplomazia, nel 1967.

Era il 1980 quando la prima donna è stata chiamata a guidare una nostra Ambasciata all’estero come Incaricata d’affari; il 1985 quando una donna è stata chiamata a rappresentare il nostro Paese come Ambasciatrice d’Italia; il 2002, quando ad una donna è stata affidata la guida della Direzione generale per l’amministrazione ed il 2003 quando si è scelta una donna per la guida della Direzione generale per gli affari culturali. Per la prima volta, nel 2005, è stato conferito a due donne il grado di Ambasciatore. Nel 2014, la prima Rappresentante Permanente presso la NATO. Nel 2015, il Presidente della Repubblica ha nominato una donna per ricoprire il ruolo di suo Consigliere Diplomatico. Nel 2016, per la prima volta una donna ha ricoperto l’incarico di Segretario generale della Farnesina. Nello stesso anno, per la prima volta è stata nominata una donna come Consigliera Diplomatica del Presidente del Consiglio. Nel 2018 sono poi state nominate la prima Ambasciatrice a Parigi e la prima Rappresentante Permanente d’Italia presso le Nazioni Unite. Nel 2021 celebriamo un ultimo simbolico primato con la nomina di una collega alla guida dell’Ambasciata d’Italia a Washington.

A ciò si aggiunga che, sinora, l’Italia ha visto solo tre donne al vertice politico del Ministero. La prima volta nel 1995, quando “nei corridoi ministeriali ci si riferiva a Susanna Agnelli con un misto di rispetto e sorpresa come alla signora”. Sono poi dovuti trascorrere quasi venti anni per ritrovare un’altra donna, Emma Bonino, nel 2013, seguita subito da Federica Mogherini nel 2014.

Le candidature femminili sottoscritte e presentate all’inizio di ogni concorso sono generalmente più numerose di quelle maschili, ma il rapporto si inverte già guardando i dati di superamento della prima prova e la quota femminile si assottiglia poi sempre più, via via che il percorso di selezione va avanti.  Occorrerebbe approfondire i motivi per cui un numero elevato di candidate che si iscrivono non si presentano o non consegnano gli elaborati, ma anche quello per cui il numero di donne che non superano le prove è superiore a quello degli uomini in quasi tutte le fasi del concorso.

L’Associazione Donne Italiane Diplomatiche e Dirigenti (DID) è nata nel 2001 proprio in considerazione della scarsa presenza femminile in carriera, e quindi del bisogno di sostenersi reciprocamente anche solo con lo scambio di idee ed esperienze in un ambiente quasi interamente maschile, di battersi per favorire la conciliazione donna e lavoro, ed una maggiore inclusività in ogni ambito, contribuendo così a modernizzare la cultura organizzativa dell’Amministrazione.

L’Associazione si fa portavoce di interessi generali, lavora insieme all’Amministrazione per favorire la piena applicazione della normativa sulla parità di genere portando all’attenzione tematiche che altrimenti potrebbero rimanere ignorate, semplicemente perché non sollevate dalla maggioranza e quindi non percepite come importanti.

Ad oggi, ne fanno parte 130 colleghe su circa 230 diplomatiche donne (numero totale non ancora recepito dalle statistiche ufficiali 2021).

La DID è tra le prime associazioni di diplomatiche ad essere stata fondata in Europa. Ad oggi quasi tutti i Paesi dell’UE hanno una qualche rete di coordinamento tra colleghe, in alcuni casi formalizzata in una vera e propria associazione al pari di quella italiana (è questo il caso di Francia, Germania, Spagna e Belgio).

Qui il nostro statuto.

Nonostante gli importanti primati raggiunti dalle donne in diplomazia, le donne italiane ai vertici del Ministero e della rete diplomatica restano pochissime. Le Ambasciatrici di grado sono soltanto cinque, mentre le donne compongono complessivamente solo il 23 per cento del corpo diplomatico.
Come rilevato nel Rapporto ufficiale del Comitato Unico di Garanzia del Ministero, alla Farnesina vi è “un rilevante squilibrio di genere, che segue un andamento generalmente proporzionale ai gradi e all’anzianità per quanto riguarda la carriera diplomatica e dirigenziale. Infatti, l’84% degli Ambasciatori di grado è di sesso maschile (21 sul totale di 25), percentuale che sale all’88% per i Ministri Plenipotenziari (174 sul totale di 198). È di sesso maschile il 78% dei Consiglieri di Ambasciata (219 sul totale di 279) e il 76% dei Consiglieri di Legazione (121 sul totale di 159). La percentuale scende al 69% fra i Segretari di Legazione (233 uomini e 106 donne).”

Con riferimento ai ruoli apicali (secondo statistiche non ufficiali):

– otto su otto Direttori generali sono uomini;

– su 209 Capi missione e di consolato, 180 sono uomini e 29 sono donne;

– su 23 Direttori centrali, 19 sono uomini e 4 sono donne (di cui due diplomatiche e due dirigenti).

Sebbene la quota femminile ai gradi iniziali della carriera sia meno esigua di quanto accadeva in passato, ad ogni concorso le donne che superano tutte le prove rappresentano sempre una minoranza (pari al 25-35 per cento dei selezionati, negli ultimi cinque anni).

Chi siamo

Il Consiglio Direttivo viene eletto all’assemblea delle socie e rinnovato ogni due anni. Il Consiglio eletto nel dicembre 2024 è composto da Serena Lippi (Presidente), Mirta Gentile (Vice Presidente), Beatrice Vecchioni (Vice Presidente), Nicoletta Fioroni (Segretaria Esecutiva), Caterina Scarponi (Tesoriera).

Il Consiglio Direttivo 2025-2026

Programma 2025-2026

Il Programma del Consiglio Direttivo 2025-26 continuerà a perseguire l’obiettivo prioritario della DID, consistente nel promuovere la parità di genere e le pari opportunità all’interno della Farnesina, quali indicatori di equità ed efficienza nella Pubblica Amministrazione, ma anche strumenti di un’azione diplomatica più moderna ed efficace nel raggiungimento degli obiettivi di politica estera.

Negli ultimi anni il MAECI ha compiuto passi avanti sulle politiche di genere, soprattutto grazie all’azione dei Consigli Direttivi DID che si sono succeduti negli ultimi due decenni. Con l’approssimarsi del 25° anniversario della DID, crediamo che sia necessario rafforzare ulteriormente l’azione volta a valorizzare il ruolo delle donne diplomatiche e dirigenti. Siamo pronte ad investire impegno ed energia al fine di ottenere risultati concreti sui temi che hanno ancora bisogno di un’azione incisiva e che necessitano del sostegno attivo di tutte le socie.

1. Effettiva e sostanziale parità di genere.

Continueremo a promuovere e sostenere le candidature delle colleghe, a tutti i livelli, perché riteniamo che i numeri siano ancora sfavorevoli ad un’equa rappresentazione della componente femminile in diplomazia. Proseguiremo a finanziare una “borsa di studio” per premiare una studentessa meritevole, consentendole di frequentare un corso di preparazione al concorso diplomatico.

Continueremo a confrontarci con donne in altre categorie professionali italiane e funzionarie diplomatiche di altri Paesi/Organizzazioni Internazionali per condividere le migliori pratiche, formulando raccomandazioni e sensibilizzando l’Amministrazione per colmare il divario di genere.

2. Conciliazione lavoro-vita privata.

Riteniamo che il benessere delle funzionarie e dei funzionari ed il “buon lavoro” siano fondamentali per una Farnesina più performante e, su questi temi, continueremo a stimolare un dialogo costante con l’Amministrazione per l’applicazione ed aggiornamento delle circolari già esistenti, ma soprattutto per proporre l’adozione di misure, concrete e al passo con i tempi, che favoriscano la conciliazione.

3. Azioni a tutela della maternità.

Lavoreremo ancora più assiduamente per garantire sostituzioni di maternità efficaci e tempestive, oltre che per assicurare la massima tutela alle colleghe in sede di organizzazione del lavoro, di valutazione e di promozione.

4. Azioni di sensibilizzazione all’interno e all’esterno dell’Amministrazione

Continueremo a intraprendere azioni di sensibilizzazione del personale dell’Amministrazione sulle tematiche di genere, anche attraverso moduli ad hoc nei percorsi di formazione previsti dal MAECI.

Organizzeremo eventi ed iniziative per creare occasioni di networking e promuovere le azioni della DID anche all’esterno del MAECI.

5. Ampliamento della membership.

Ci impegneremo per ampliare ulteriormente il numero delle socie, soprattutto le più giovani, che sono il presente e il futuro della DID.

Alla luce della recente riforma dello Statuto dell’Associazione, che prevede anche la possibilità di includere colleghi uomini che sostengono la DID, auspichiamo un loro maggior coinvolgimento nelle attività dell’Associazione, perché riteniamo che molti dei nostri obiettivi vadano a beneficio di tutto il personale e che solo attraverso un cambiamento culturale condiviso si possa raggiungere una parità di genere effettiva e duratura.